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  • Lingua Insegnamento:
    Italiano e/o Inglese 
  • Testi di riferimento:
    I testi di riferimento sono:

     M. Di Francesco, M. Marraffa, A. Tomasetta, Filosofia della mente. Corpo, coscienza, pensiero, Carocci, Roma 2021.
     G. Jervis, Individualismo, responsabilità e cooperazione. Psicologia e politica, nuova edizione a cura di M. Marraffa, Dot Company, Reggio Emilia 2021.
     M. Tomasello, Storia naturale della morale umana, Cortina, Milano 2016.
     M. Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Rizzoli, Milano 2014.

    Infine, le slides mostrate a lezione saranno rese disponibili su Moodle dopo ogni lezione. 
  • Obiettivi formativi:
    Il corso è un’introduzione elementare alla filosofia della mente informata empiricamente.
    La prima parte del corso è dedicata al dibattito scientifico e filosofico sulla mente a partire dagli anni ’50 del Novecento, con particolare riguardo alla sintesi fra la teoria funzionalista della mente di Hilary Putnam e la teoria della computazione di Alan Turing, che costituisce il fondamento teorico della scienza cognitiva.
    La seconda parte è dedicata ad alcune interazioni produttive tra le scienze della mente e del cervello e la ricerca sociale e politica. Gli apporti venuti alla psicologia dalla teoria dei giochi, la sociologia e l’economia sperimentale hanno infatti creato negli ultimi quarant’anni un connubio felice tra tutte queste discipline. Ne è emersa una nuova antropologia: gli esseri umani non sono per natura interamente buoni, né interamente cattivi. La nuova antropologia ci consegna un’immagine in cui gli individui sono naturalmente portati da un lato a forme di socialità, di cooperazione e perfino di altruismo, dall’altro a forme di competizione e talora di distruttività: è un rapporto dialettico fra sistemi motivazionali quello che emerge e che affonda le sue radici in strutture cognitive ed evoluzionistiche. 
  • Prerequisiti:
    nessuno 
  • Metodi didattici:
    Lezioni frontali, integrate da slides, discussione in classe. 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    Due esami parziali scritti (esoneri) durante lo svolgimento delle lezioni (metà semestre e fine semestre). Se non si usufruisce degli esoneri (o se non si superano) la prova d'esame consisterà in un test scritto su tutto il programma ( si veda il calendario accademico degli appelli d'esame) 
  • Sostenibilità:
    Uguaglianza di genere, istruzione di qualità 

 Concetti fondamentali della filosofia della mente: il rapporto fra epistemologia e ontologia; fisicalismo, materialismo, dualismo; livelli di descrizione e di spiegazione; riduzionismo, pluralismo e anti-riduzionismo.
 Breve storia del problema mente-corpo.
 Il dualismo delle sostanze e il problema della causazione mentale.
 La teoria dell’identità di tipo e l’obiezione della realizzabilità multipla.
 Il funzionalismo computazionale.
 L’innatismo rappresentazionale di N. Chomsky.
 Il realismo intenzionale scientifico di J. Fodor.
 Comportamentismi (psicologico e filosofico). La tradizione Ryle-Dennett.
 Teoria delle relazioni oggettuali e teoria dell’attaccamento.
 La teoria dei sistemi motivazionali di J. Lichtenberg.
 Cooperazione e altruismo.
 Forme di altruismo: finalizzato alla conservazione del gruppo dei consanguinei; altruismo reciproco riguardante la cooperazione tra individui non imparentati e tra estranei
 Tomasello sulle origini della morale.
 Lo schema di Hobbes e la sua rilettura da parte di Freud.
 Teoria dell’utilità attesa. Razionalità limitata. Teoria delle euristiche e biases. Psicologia evoluzionistica del ragionamento. Teoria dei due sistemi.
 Economia comportamentale.
 I giochi economici: il dilemma del prigioniero.
 I giochi economici: il gioco dell’ultimatum.
 Basi neurocognitive e variabilità culturale dei giochi economici.
 L’etica della responsabilità individuale e la “buona” cooperazione nella società democratica.
 Le strategie della fiducia.

La prima parte del corso prepara il terreno alla teoria funzionalista della mente. L’integrazione di quest’ultima con la teoria della computazione di Turing, costituisce il fondamento teorico della scienza cognitiva classica, ma non solo. In realtà, anche i più recenti sviluppi della scienza cognitiva affondano le loro radici in quell’integrazione.
Il punto di partenza sono alcuni temi classici del dibattito filosofico sui fondamenti della rivoluzione scientifica moderna:
a) Il progressivo sviluppo di una visione meccanicistica moderna del mondo fisico: in che cosa consiste questa visione meccanicistica del mondo, quali sono le implicazioni sul piano ontologico ed epistemologico; l’epistemologia galileiana e quella cartesiana; materialismo e fisicalismo; lettura riduzionista e anti-riduzionista delle teorie scientifiche; pluralismo ontologico (livelli di realtà), emergenza ontologica, emergenza epistemica (sopravvenienza).
b) La tensione concettuale tra meccanicismo e dualismo delle sostanze in Cartesio: lo studio della res extensa da un lato, il problema mente-corpo dall’altro.
c) Una breve storia del problema mente-corpo fino alla teoria funzionalista della mente, che si propone come una soluzione inedita al problema.

Nella seconda parte del corso, esamineremo come i contributi che sono arrivati alla psicologia dalla teoria dei giochi, dalla sociologia e dall'economia sperimentale abbiano creato un felice connubio tra queste scienze e la psicologia negli ultimi quarant'anni. È emersa una nuova antropologia: gli esseri umani non sono né naturalmente buoni né naturalmente cattivi, e sono naturalmente inclini a forme di socialità, cooperazione e persino altruismo, oltre che, naturalmente, alla competizione e talvolta alla distruttività. Tuttavia, occorre distinguere due forme di altruismo. La più elementare è la forma di altruismo finalizzata alla conservazione del gruppo di parentela. Una forma più evoluta di altruismo è l'altruismo reciproco, che prevede la cooperazione "a rischio" tra individui non imparentati, e talvolta anche tra estranei.

Nel mondo della modernità e della globalizzazione, la possibilità di decollo socioeconomico di una nazione dipende fortemente dalla diffusione di questa forma di cooperazione "aperta" o "estesa". Questa prende forma quando i giochi a somma zero prodotti dalle forme di cooperazione familistiche e tribali si sciolgono e le relazioni basate sulla lealtà e sulla fiducia si generalizzano a una collettività, cioè a una moltitudine di estranei disposti a stabilire relazioni a somma non zero. In questa prospettiva, la possibilità di un decollo socioeconomico implica una disposizione a impegnarsi in pratiche relazionali e dipende in modo preponderante da una specifica motivazione relazionale: l'atto di dare fiducia, inteso come decisione di affidarsi, secondo la propria scelta, a una situazione interpersonale di rischio nell'ambito della cooperazione. È possibile, quindi, avanzare l'ipotesi che la buona cooperazione si verifichi solo in virtù di una specifica forma di individualismo che include il concetto di responsabilità individuale. Infatti, è solo attraverso l'interiorizzazione permanente di un'etica della responsabilità individuale che le strategie di fiducia tra estranei possono funzionare efficacemente e prevalere sulla tradizionale solidarietà tribale e sui sistemi localistici e nepotistici.

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