Introduzione ai concetti fondamentali e alla terminologia filosofica di
base: il rapporto fra epistemologia e ontologia; fisicalismo, materialismo,
dualismo; livelli di descrizione e di spiegazione, riduzionismo, pluralismo
e anti-riduzionismo; breve storia del problema mente-corpo; l’approccio
meccanicistico da Cartesio ai giorni nostri; il dualismo delle sostanze e il
problema della causazione mentale.
Il concetto di inconscio cognitivo.
Paradigmi sperimentali per lo studio dell’inconscio.
Il funzionalismo computazionale.
L’innatismo rappresentazionale di N. Chomsky.
J. Fodor: il realismo intenzionale scientifico.
Comportamentismo (psicologico e filosofico). La tradizione Ryle-Dennett.
Personale Vs Sub-personale.
La confabulazione in neuropsicologia cognitiva e in psicologia sociale.
Daniel Wegner: l’illusione della volontà cosciente.
Il modello socio-intuizionista del giudizio morale di J. Haidt.
La distinzione tra motivazioni e motivi. La tesi della Self/Other Parity.
Il sistema di mindreading; costruttivismo piagetiano VS neo-innatismo
chomskiano; specificità per dominio VS generalità per dominio; fisica
ingenua; psicologia ingenua.
La teoria dello spazio di lavoro globale di Stanislas Dehaene.
Peter Carruthers: la teoria della conoscenza di sé basata sull’accesso
sensoriale e l’auto-interpretazione (teoria ISA).
Il dibattito sulla razionalità; stile euristico di pensiero ed errori.
Peter Carruthers: la teoria della riflessione cosciente.
Argomenti in favore del modello ISA I.
Argomenti in favore del modello ISA II.
La prima parte del corso prepara il terreno alla teoria funzionalista della mente. L’integrazione di quest’ultima con la teoria della computazione di Turing, costituisce il fondamento teorico della scienza cognitiva classica, ma non solo. In realtà i più recenti sviluppi della scienza cognitiva contemporanea affondano le loro radici concettuali in quell’integrazione, in particolare le tematiche che analizzeremo nel nostro corso: lo studio della mente da una prospettiva concettuale situata in una regione di confine fra filosofia e neuroscienza cognitiva.
Dunque nella prima parte passeremo in rassegna alcune delle tematiche tradizionali del dibattito filosofico sui fondamenti della rivoluzione scientifica moderna:
a) Il progressivo sviluppo di una visione meccanicistica moderna del mondo fisico: in che cosa consiste questa visione meccanicistica del mondo, quali sono le implicazioni sul piano ontologico ed epistemologico; l’epistemologia galileiana e quella cartesiana; materialismo e fisicalismo; lettura riduzionista e anti-riduzionista delle teorie scientifiche; pluralismo ontologico (livelli di realtà), emergenza ontologica, emergenza epistemica (sopravvenienza).
b) La tensione concettuale tra meccanicismo e dualismo delle sostanze in Cartesio: lo studio della res extensa da un lato, il problema mente-corpo dall’altro.
c) Una breve storia del problema mente-corpo fino alla teoria funzionalista della mente, che propone una soluzione al problema.
Nella seconda parte del corso studieremo come l’integrazione compiuta da Hilary Putnam negli anni sessanta fra la teoria funzionalista della mente e la teoria della computazione di Turing dia origine ad una nozione di inconscio cognitivo che si differenzia da quella allora dominante di matrice freudiana: l’inconscio del funzionalismo di Putnam – e in seguito di Fodor – è un inconscio computazionale. La mente è un sistema funzionale il cui paradigma è la macchina di Turing, per cui qualunque processo mentale è definito come una computazione su rappresentazioni.
Per analizzare questo concetto di inconscio introduco due tipologie di disturbo neurocognitivo – il “blindsignt” e il “neglect” – che rivelano come, sotto certe condizioni, possa verificarsi una dissociazione fra coscienza e inconscio, dissociazione che non pregiudica il corretto funzionamento dell’elaborazione inconscia delle informazioni. Più chiaramente, nei due casi sopra citati, la dissociazione è fra la coscienza di vedere e il vedere nel senso dell’elaborazione inconscia di informazioni visive.
Lo studio di questi due tipi di dissociazione ci porta ad analizzare la fondamentale distinzione introdotta da Dennett fra il livello personale e sub-personale del funzionamento mentale, distinzione che sottende l’intera tematica delle relazioni fra funzionamento cosciente ed inconscio della mente.
Su questo sfondo affrontiamo lo studio dei temi di due dei testi adottati.
Da un lato, nel testo di Dehaene (“Coscienza e cervello”) si ribalta una tradizione di studi, ossia si parte da una teoria dell’inconscio costruita in buona parte sugli studi delle dissociazioni cognitive e si cerca di costruire un modello di funzionamento della coscienza che si adatti a quella teoria – e non dunque il viceversa della neuroscienza più tradizionale, di ispirazione cartesiana, che considera la coscienza come il dato primitivo e fondante da cui la costruzione di un modello di funzionamento della mente prende le mosse. Dehanne “naturalizza” la nozione di coscienza usando il linguaggio e le metodologie della neuroscienza cognitiva. In altre parole, secondo l’approccio riduzionista di Dehanne, la coscienza, ben lungi dall’essere un dato di partenza nello studio della mente, è il prodotto risultante dell’attività computazionale inconscia di quest’ultima.
Dall’altro lato, il libro di Wegner consegna un resoconto eliminativista della coscienza sul terreno della psicologia sociale. L’idea tradizionale di individuo rappresentato come agente consapevole, libero e responsabile, così come l’idea che la coscienza possa avere parte attiva nelle scelte individuali, sono analizzate criticamente e il risultato delle sue analisi si può riassumere dicendo che la nostra volontà cosciente altro non è che un’illusione: il soggetto agente non può accedere introspettivamente ai meccanismi causali soggiacenti le proprie scelte; la spiegazione cosciente dei motivi per cui una scelta è stata compiuta ha in realtà lo status di una confabulazione, una razionalizzazione a posteriori influenzata socialmente. Il modello socio-intuizionista del giudizio morale di J. Haidt si basa sul lavoro di Wegner e sarà analizzato in questo contesto.
Queste due scuole di ricerca sono tenute insieme dalla teoria dell’introspezione di Peter Carruthers in cui il modello neurocognitivo di coscienza proposto da Dehaene fornisce il quadro di riferimento per sviluppare una spiegazione dei dati di confabulazione esposti da Wegner.
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