• Edizioni di altri A.A.:
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  • Lingua Insegnamento:
    ITALIANO 
  • Testi di riferimento:
    David L. Breton, Sociologia del rischio, Mimesis, 2017.

    Howard S. Becker, I mondi dell’arte, Il Mulino (qualunque edizione).

    Jean Baudrillard, La sparizione dell’arte, Abscondita, 2017.

    Andrea Lombardinilo, L’arte del simulacro. Il doppio legame tra finzione e realtà, in Nunzio Giustozzi (a cura di), Figura, figurae. L’immagine delle immagini, Edizioni Ephemeria, 2022, pp. 225-241.

    Andrea Lombardinilo, Pareto, o dell’immaginario virtuista. Il male “immorale” della cultura “velata”, «Im@go», 9/2017, pp. 219-241. 
  • Obiettivi formativi:
    In prima istanza, il corso si prefigge l’acquisizione delle conoscenze necessarie allo sviluppo di una consapevolezza critica sull’uso e sull’impatto dei media e dei dispositivi digitali, che necessitano di una adeguata literacy funzionale. L’obiettivo è sviluppare quelle capacità di apprendimento necessarie per intraprendere studi successivi e percorsi professionali con un alto grado di autonomia nel campo della sociologia dei media e degli universi informativi e narrativi della società del rischio, caratterizzata dalla rappresentazione dell’infrazione e dell’insicurezza come forma di consumo mediale. A tal fine, si analizzerà il sistema dei media (mainstream e non) nel loro potenziale rappresentativo, estetico e immaginale, per poi soffermarsi sui cambiamenti comunicativi della società complessa, con particolare riferimento al consumo del prodotto culturale e artistico e all’evoluzione del processo di condivisione di immagini e contenuti dal mainstream al digitale.

    Obiettivo specifico è analizzare le trasformazioni in atto nello spazio istituzionalizzato del rischio, colte dal punto di vista della narrazione mainstream e digitale. Sullo sfondo si staglia la narrazione del rischio come tratto caratterizzante di un mondo in rapido cambiamento, e che non risparmia il mondo dell’arte inteso come spazio di partecipazione culturale, sovente controverso e complesso, non solo in riferimento all’arte contemporanea. Lo spazio culturale come possibile “frame dell’incertezza”, secondo dinamiche narrative che fanno dell’informazione una risorsa fondamentale sul piano della costruzione di orizzonti d’attesa, simbolici e psicologici. 
  • Prerequisiti:
    Una buona conoscenza della sociologia dei processi culturali, della sociologia generale e della storia del pensiero sociologico del Novecento. 
  • Metodi didattici:
    Le lezioni frontali si svolgono con l’ausilio dei materiali didattici inseriti in programma e con il supporto di documenti d’approfondimento (cartacei e multimediali). 
  • Modalità di verifica dell'apprendimento:
    Esame orale, valutato in trentesimi, volto a verificare la capacità di esporre con chiarezza e autonomia di giudizio gli argomenti trattati durante il corso. 
  • Sostenibilità:
     
  • Altre Informazioni:
    Per informazioni: andrea.lombardinilo@unich.it 

Titolo del corso:

I mondi dell’arte: comunicazione, rischio, società.

Il corso ha l’obiettivo di esplorare la dimensione socio-mediale dell’arte e le relative evidenze informative, mainstream e digitali, con particolare attenzione per gli aspetti sociologici e culturali dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità sincrona. Di qui l’opportunità di legare sociologia, processi culturali, rischio e informazione, con l’obiettivo di sondare il grado di notiziabilità dell’arte, soprattutto in rapporto a casi di cronaca ispirati a furti, distruzioni, censure, manipolazioni, deturpazioni, dispute ereditarie, nell’epoca della condivisione social del consumo artistico e culturale. In primo piano, le nuove declinazioni della sociologia del rischio e le rappresentazioni innovative del prodotto culturale nell’epoca della platformization dell’esperienza quotidiana.

Il racconto mediale dell’arte può essere contestualizzato nella cornice teorica della sociologia del rischio e della sociologia dei processi culturali e comunicativi, secondo un approccio epistemologico che vede nel consumo del prodotto artistico un processo di partecipazione culturale e mediale, divenuto ancora più complesso al tempo della riproducibilità digitale dell’opera d’arte, attualizzando la fortunata definizione di Walter Benjamin.

1) Nella prima parte del corso, si studierà la Sociologia del rischio di David L. Breton, attento nel cogliere i cambiamenti del contemporaneo da una prospettiva sociologica. Il rischio è letto in rapporto ai fenomeni dell’incertezza, della precarietà e dell’instabilità, fenomeni alimentati da nuove paure e nuovi traumi, individuali e collettivi. La riflessione di Le Breton propone una disamina delle principali tipologie di insicurezza sociale, chiamando in causa questioni etiche ma anche culturali, comunicative, estetiche.

2) La seconda parte del corso è dedicata al classico di Howard S. Becker, I mondi dell’arte: che si tratti di arti plastiche, musica, fotografia, cinema o letteratura, l’arte è un’attività eminentemente collettiva, una catena di cooperazione di cui l’artista è solo un anello. L’artista è legato ad altri artisti del passato o contemporanei, e chiama in causa artigiani e fabbricanti di materiali, collaboratori di vario tipo, intermediari che diffondono l’opera, critici che la discutono, pubblici contemporanei e futuri. Così concepita, l’opera si disvela nella sua genesi materiale, spaziale e culturale, come un processo segnato da molteplici decisioni e interpretazioni che fanno del «mondo dell’arte» complessivamente inteso il suo vero «autore», divenuto ancor più complesso nell’epoca del digitale e di nuove forme di consumo mediale e sperimentazione estetica, spesso controverse.

3) Nella terza parte del corso, si prenderanno in considerazione diversi casi di narrazione mediale dell’arte, soprattutto in rapporto alle più diffuse forme di notiziabilità legate anche alla tutela dei beni artistici. Utili, a questo proposito, le riflessioni di Jean Baudrillard contenute ne La sparizione dell’arte, ispirate ad una sferzante critica dell’omologazione estetica e dell’ipertrofia simbolica dell’arte contemporanea, ridotta a simulacro della realtà e dello stesso processo creativo, nell’epoca dei consumi digitali in modalità social, senza tralasciare il rapporto tra cinema, arti figurative, letteratura e giornalismo.

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