Titolo del corso:
I mondi dell’arte: comunicazione, rischio, società.
Il corso ha l’obiettivo di esplorare la dimensione socio-mediale dell’arte e le relative evidenze informative, mainstream e digitali, con particolare attenzione per gli aspetti sociologici e culturali dell’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità sincrona. Di qui l’opportunità di legare sociologia, processi culturali, rischio e informazione, con l’obiettivo di sondare il grado di notiziabilità dell’arte, soprattutto in rapporto a casi di cronaca ispirati a furti, distruzioni, censure, manipolazioni, deturpazioni, dispute ereditarie, nell’epoca della condivisione social del consumo artistico e culturale. In primo piano, le nuove declinazioni della sociologia del rischio e le rappresentazioni innovative del prodotto culturale nell’epoca della platformization dell’esperienza quotidiana.
Il racconto mediale dell’arte può essere contestualizzato nella cornice teorica della sociologia del rischio e della sociologia dei processi culturali e comunicativi, secondo un approccio epistemologico che vede nel consumo del prodotto artistico un processo di partecipazione culturale e mediale, divenuto ancora più complesso al tempo della riproducibilità digitale dell’opera d’arte, attualizzando la fortunata definizione di Walter Benjamin.
1) Nella prima parte del corso, si studierà la Sociologia del rischio di David L. Breton, attento nel cogliere i cambiamenti del contemporaneo da una prospettiva sociologica. Il rischio è letto in rapporto ai fenomeni dell’incertezza, della precarietà e dell’instabilità, fenomeni alimentati da nuove paure e nuovi traumi, individuali e collettivi. La riflessione di Le Breton propone una disamina delle principali tipologie di insicurezza sociale, chiamando in causa questioni etiche ma anche culturali, comunicative, estetiche.
2) La seconda parte del corso è dedicata al classico di Howard S. Becker, I mondi dell’arte: che si tratti di arti plastiche, musica, fotografia, cinema o letteratura, l’arte è un’attività eminentemente collettiva, una catena di cooperazione di cui l’artista è solo un anello. L’artista è legato ad altri artisti del passato o contemporanei, e chiama in causa artigiani e fabbricanti di materiali, collaboratori di vario tipo, intermediari che diffondono l’opera, critici che la discutono, pubblici contemporanei e futuri. Così concepita, l’opera si disvela nella sua genesi materiale, spaziale e culturale, come un processo segnato da molteplici decisioni e interpretazioni che fanno del «mondo dell’arte» complessivamente inteso il suo vero «autore», divenuto ancor più complesso nell’epoca del digitale e di nuove forme di consumo mediale e sperimentazione estetica, spesso controverse.
3) Nella terza parte del corso, si prenderanno in considerazione diversi casi di narrazione mediale dell’arte, soprattutto in rapporto alle più diffuse forme di notiziabilità legate anche alla tutela dei beni artistici. Utili, a questo proposito, le riflessioni di Jean Baudrillard contenute ne La sparizione dell’arte, ispirate ad una sferzante critica dell’omologazione estetica e dell’ipertrofia simbolica dell’arte contemporanea, ridotta a simulacro della realtà e dello stesso processo creativo, nell’epoca dei consumi digitali in modalità social, senza tralasciare il rapporto tra cinema, arti figurative, letteratura e giornalismo.
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