Per questo anno accademico, il corso sarà dedicato all’approfondimento degli errori cognitivi nella valutazione della pericolosità sociale. Verrà analizzato il modo in cui le misure di prevenzione rappresentano forme di reazione dell’ordinamento a contesti considerati socialmente pericolosi. L’applicazione di tali misure implica, infatti, un giudizio di pericolosità relativo a persone o situazioni, il quale richiede un’indagine accurata sugli elementi che lo giustificano.
I bias – in particolare quelli di affidamento e di conferma – così come schemi cognitivi “semplificati”, possono condurre a valutazioni erronee, con il rischio di una indebita compressione delle libertà individuali.
La pericolosità sociale tra diritto e scienze extragiuridiche (2 ore).
L'accertamento della pericolosità sociale: struttura e soggetti coinvolti - Bias ed euristiche nell'accertamento della pericolosità sociale - La formazione di un giudizio erroneo sulla pericolosità sociale - Le misure applicabili e le conseguenze sul prevenuto - Rimedi contro l'accertamento fallace (16 ore).
Il rapporto tra l'accertamento della pericolosità sociale e un altro accertamento esposto ai bias degli investigatori: quello sul fatto penalmente rilevante (6 ore).
Un'applicazione peculiare della nozione di pericolosità sociale: l'impresa socialmente pericolosa e i collegamenti con la criminalità organizzata "economica" (8 ore).
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